Voglio raccontarvi una storia, vera! Quella dell’agenzia Magnum e della rivoluzione che ha rappresentato a metà del secolo scorso per tutti i media. Sul fronte della tecnologia ci sono parecchie analogie con quello che sta accadendo oggi, ieri erano le prime macchine fotografiche reflex, attualmente sono le performance sempre migliori dei nostri device mobili e dei video 4k.
Ma procediamo con ordine. Un’inchiesta giornalistica deve portare alla luce i fatti, mostrarli anche nella loro drammaticità e il fotogiornalismo in questo è di grande aiuto. Le immagini della Seconda guerra mondiale finirono per essere testimoni d’accusa a Norimberga, prove schiaccianti e determinanti, incaricate di tracciare il discrimine fra buoni e cattivi, fra chi combatteva dalla parte giusta e chi no. Fu l’ultima volta. Non fu l’ultima guerra, come aveva sperato George Rodger, che dopo aver fotografato pile di cadaveri giurò a se stesso: mai più guerre, e mantenne. Non fu l’ultima neppure per Capa, che sperava di diventare “il più grande fotoreporter di guerra disoccupato” e invece tornò sui campi di battaglia in guerre che capiva sempre meno, fino a saltare su una mina in quella che capiva meno di tutte, in Indocina, alba dell’assurdo Vietnam. Il fotogiornalismo, soprattutto quello di guerra, non è un genere, non è una tecnica, non è neppure un vero e proprio mestiere. È piuttosto una condizione esistenziale. I fotogiornalisti che immortalano i conflitti oggi continuano a correre nel fuoco per strappare quell’immagine che nessuno possiede. Sempre più spesso giovani e giovanissimi freelance. Molti ci lasciano la pelle. Perché tutto è cambiato e tutto è sempre uguale. Compresa l’ipocrisia della società civile che dopo aver ammirato e spesso premiato quell’attimo irripetibile li accuserà di spettacolarizzazione.
La Magnum Photos è una delle più importanti agenzie fotografiche del mondo. Fondata nel 1947, tra gli altri, da Robert Capa e Henri Cartier-Bresson. La tradizione di Magnum prevede che le immagini scattate rimangano di proprietà del fotografo e non delle riviste dove esse vengono pubblicate, permettendo all’autore di scegliere soggetti, temi e orientare la produzione verso uno stile più aderente a quello del fotografo e libero da vincoli. L’agenzia nasce dalla combinazione di piccole macchine fotografiche e di menti fervide che avevano acquistato grande sensibilità negli anni della Seconda guerra mondiale, anni di inequivocabili eccessi emotivi; subito si impone per la capacità fresca e nuova di essere nel mondo e sulla notizia. I suoi rappresentanti crearono una struttura in cui non le riviste, ma i fotografi, fossero in grado di gestire la produzione e decidere dove, come e per chi lavorare. La libertà d’azione significava anche poter concedersi reportage di ampio respiro, più personali, in cui l’autore potesse raccontare meglio, di più e in profondità. Poiché questi reportage non trovano spesso spazio sufficiente sulle riviste, per molti autori la dimensione per esprimersi diventa quella più pensata e autonoma del libro o quella più libera e creativa della mostra. L’agenzia Magnum ha prodotto alcuni tra i più importanti e spesso drammatici reportage degli ultimi anni, documentando guerre (il Vietnam), catastrofi etniche (la carestia in India) o eventi sociali (il movimento americano per i diritti civili), ma anche sottolineando, con personali e originali interpretazioni, quegli aspetti della società non evidenziati dal giornalismo tradizionale, raccontando il mondo degli anziani, la vita dei minatori in Bolivia o proponendo curiosi ritratti canini.
Life è stata una rivista statunitense. Fu pubblicata tra il 1883 ed il 1936 come rivista umoristica. Nel 1936 il fondatore della rivista TIME, Henry Luce la trasformò in un magazine imperniato principalmente sul fotogiornalismo. Life venne pubblicato come settimanale fino al 1972, come “speciale” senza una cadenza fissa sino al 1978, come mensile dal 1978 al 2000 e come supplemento settimanale dal 2004 al 2007. Tra i servizi passati alla storia si ricorda quello che durante la II guerra mondiale assicurò la copertura dello sbarco in Normandia con la pubblicazione delle storiche foto di Capa con i momenti cruciali dell’azione.
Henri Cartier-Bresson (1908 – 2004) è stato un fotografo francese, È considerato un pioniere del foto-giornalismo, tanto da meritare l’appellativo di “occhio del secolo”.
Robert Capa, pseudonimo di Endre Ernő Friedmann (Budapest, 22 ottobre 1913 – Provincia di Thai Binh, 25 maggio 1954), è stato un fotografo ungherese. Capa documentò cinque diversi conflitti bellici. Nel corso della seconda guerra mondiale fu a Londra, nel Nordafrica e in Italia. Sue le foto dello sbarco in Normandia e della liberazione di Parigi.
Michael Christopher Brown, è l’ultima new entry della prestigiosa agenzia Magnum. Dal 2017, infatti, è diventato socio effettivo, dopo un percorso di ammissione durato quasi 4 anni. La caratteristica del fotografo statunitense? Da qualche anno utilizza esclusivamente l’iPhone per i suoi reportage.
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